giovedì 27 febbraio 2020

Compensi del CTU: CASSAZIONE la riduzione di 1/3 opera soltanto nell'ipotesi di onorario determinato secondo tariffa

La Cassazione: sia nel caso di quantificazione a tempo che in ipotesi di calcolo di compenso al CTU a vacazione può soltanto operarsi lo scomputo delle prestazioni eseguite successivamente alla scadenza.
Arriva un importante pronuncia della Cassazione piuttosto interessante per i professionisti, soprattutto per chi svolge consulenza tecnica d'ufficio (CTU). Stavolta l'oggetto del contendere è rappresentato dalla corretta interpretazione dell'art.52 del dpr 115/2002 in relazione all'art.360 n.4 c.p.c., perché il Tribunale ordinario avrebbe errato nel ritenere che la decurtazione fissa di 1/3 del compenso prevista dal comma 2 del richiamato art.52 si applicherebbe soltanto agli onorari determinati secondo tariffa e non anche a quelli quantificati a tempo o a vacazioni.
Per la ricorrente, il giudice di merito avrebbe dovuto comunque indagare sull'operato del CTU e ridurre il compenso riconosciutogli, escludendo dal conteggio le prestazioni eseguite dopo la scadenza del termine fissato per il deposito dell'elaborato peritale.
La Cassazione è serafica nel ricordare che "in tema di liquidazione del compenso al consulente tecnico d'ufficio, in caso di perizia depositata dopo la scadenza del termine concesso dal giudice, è legittima, ove non sia possibile l'individuazione della parte di incarico svolta tempestivamente, la riduzione di un terzo dell'onorario ai sensi dell'art.52, ultima parte, del D.P.R. n.115 del 2002, dovendosi ritenere che l'esclusione del compenso per "il periodo successivo alla scadenza del termine", prevista dalla suddetta norma, osti al riconoscimento di vacazioni computabili oltre il numero massimo calcolabile per i giorni compresi nel termine fissato, ma non consenta di acquisire la prestazione senza remunerazione, determinandosi, diversamente, una sanzione diversa per due situazioni identiche, quali la riduzione di solo un terzo per gli onorari a tariffa variabile e la cancellazione del compenso per gli onorari a tempo di prestazioni comunque validamente effettuate dopo la scadenza, che abbiano portato non alla revoca dell'incarico ma all'acquisizione della relazione" (Cass. Sez. 6-2, Ordinanza n.18331 del 18/09/2015, Rv. 636792; Cass. Sez. 6-2, Ordinanza n.22158 del 12/09/2018, Rv.650943).

Ne deriva che la riduzione di 1/3 opera soltanto nell'ipotesi di onorario determinato secondo tariffa, mentre sia nel caso di quantificazione a tempo che in ipotesi di calcolo a vacazione può soltanto operarsi lo scomputo delle prestazioni eseguite successivamente alla scadenza, laddove il consulente tecnico abbia depositato la propria relazione peritale senza rispettare il termine stabilito dal giudice. (fonte: ingegnio-web.it)

sabato 21 dicembre 2019

“Disaster Manager” il professionista della Protezione Civile secondo la norma UNI 11656:2016

Il Disaster Manager è la figura professionale riconosciuta e definita dalla norma UNI 11656:2016, in particolare riguarda il professionista della protezione civile impegnato  nelle attività di pianificazione, di coordinamento e di elaborazione delle politiche pubbliche di protezione civile in ambito locale. Terremoti, dissesto idrogeologico, alluvioni, eruzioni vulcaniche sono ormai all'ordine del giorno in un territorio fragile come l'Italia e che vedono impegnati spesso il professionista della protezione civile riconosciuto come il Disaster Manager. 
La norma UNI 11656:2016 intitolata “Attività professionali non regolamentate - Professionista della Protezione Civile (Disaster Manager) - Requisiti di conoscenza, abilità e competenza” è stata messa a punto da un gruppo di lavoro (il GL6) operante nell’ambito della Commissione UNI Sicurezza della Società e del Cittadino e delinea in particolare tre livelli del profilo del Disaster Manager in funzione dei contesti organizzativi di diversa complessità e/o di attività nei quali opera.
Secondo Roberto Pizzi, Consigliere dell'Associazione  ASSODIMA e coordinatore del gruppo di lavoro UNI: “Il Disaster Manager è il professionista che fornisce il supporto alle decisioni per la gestione delle attività di previsione, prevenzione, risposta e superamento delle emergenze di protezione civile. 
La norma UNI 11656:2016 per la prima volta, in Italia e a livello internazionale, stabilisce i requisiti di competenza, abilità e conoscenza, necessari affinché il Disaster Manager possa vedere riconosciuta la propria professione da organizzazioni di terza parte, come stabilito dalla Legge 4/2013.
Gli Enti locali e territoriali potranno far riferimento a questa norma per potersi avvalere di professionisti qualificati con percorsi certi che potranno essere avviati all’interno degli Enti stessi.
Secondo Sergio Achille, presidente di ASSODIMA  “La pubblicazione della norma rappresenta un passaggio significativo, per molti aspetti storico, in quanto consentirà a migliaia di professionisti, sia in regime di libera attività, sia dipendenti della Pubblica Amministrazione, di vedere riconosciuta la propria attività nel campo della protezione civile, anche in aggiunta ad altre qualifiche professionali regolamentate già possedute. Questa norma, inoltre, consentirà al Servizio Nazionale della Protezione Civile di dotarsi a livello territoriale di quei presìdi di elevata professionalità dei quali si avverte sempre più la necessità.
"Anche l'utilizzo degli APR o meglio SAR (Search and Rescue) diventa particolarmente importante  sia per la prevenzione che in caso di emergenza di eventi calamitosi quali ad esempio  la ricerca di persone scomparse" secondo Aurelio Longo Pilota e Mission Manager di Rescue Drones Network. "RDN è la prima associazione di Volontariato (ODV) strutturata al mondo e presente in tutta italia con circa 250 piloti APR riconosciuti ENAC e accreditata presso il Registro Centrale delle Organizzazioni di Protezione Civile presso il Dipartimento di Nazionale Protezione Civile (Cat. C1).     


lunedì 14 gennaio 2019

SICUREZZA STRADALE: LA CE STABILISCE NUOVI DISPOSITIVI DI SICUREZZA PER IL 2021


La Commissione Europea ha stabilito una lista contenente 12 dispositivi di sicurezza e sistemi di assistenza alla guida che dovranno essere montati di serie su tutti i modelli di auto a partire dal 2021. 
Nell’elenco figurano alcuni dispositivi già ampiamente utilizzati come l’ABS e il cruise control, mentre altri sono presenti per il momento soltanto sui modelli di punta. Si tratta di sistemi di sicurezza di ultima generazione, tra cui quelli principali sono:
·         rilevamento della stanchezza del conducente
·         blocco motore con tasso alcolico oltre i limiti
·         scatola nera
·         mantenimento automatico della corsia
·         gestione delle aree d’impatto
·         segnalazione delle frenate d’emergenza
·         limitatore della velocità automatico
Questi dispositivi dovranno essere installati di serie nelle auto, negli autobus e nei furgoni, per garantire a tutti gli utenti della strada lo stesso grado di protezione e di assistenza alla guida. Alcuni di questi sistemi sono già disponibili sulle auto di fascia alta e su molti veicoli dei servizi di noleggio a lungo termine, soprattutto per quanto riguarda la scatola nera e i sistemi di telematica che aumentano la sicurezza a bordo e aiutano i conducenti a migliorare il proprio stile di guida. (Fonte: CE)


giovedì 8 novembre 2018

Droni e satelliti per conta pini caduti - Ipotesi Veneto Agricoltura gestore commercializzazione legname


VENEZIA, 6 NOV - Il Veneto sta pensando di usare i droni e i satelliti per censire con precisione il numero di alberi abbattuti dal catastrofico maltempo degli ultimi giorni, e di affidare la commercializzazione del legname recuperato a un gestore unico regionale, Veneto Agricoltura, in modo da regolare il mercato ed evitare gli effetti distorti della libera concorrenza. "Le prime stime dicono che la tempesta di fine ottobre che si è abbattuta sulla regione abbia lasciato a terra dai 300 ai 400 mila metri cubi di legname", ha detto l'assessore regionale Giuseppe Pan, dopo una verifica della situazione dell'Altopiano di Asiago, una delle aree più devastate.
    Recuperati i tronchi abbattuti vento, bisognerà poi pensare a ridisegnare il paesaggio montano martoriato. Una sfida che si annuncia improba in Triveneto, per l'enorme quantità di materiale da raccogliere, senza escludere i possibili intoppi burocratici. Ma anche per il gioco di contrappesi tra interessi pubblici e privati nell'aggiudicarsi il lavoro di raccolta. (Fonte: ANSA)


Bosco delle Dolomiti raso al suolo dal vento

martedì 19 giugno 2018

Il Parlamento Ue approva prime norme comunitarie sui Droni: Indicazioni comuni su sicurezza, privacy e specifiche tecniche

Difesa dell'incolumità e della privacy dei cittadini, numero di matricola, esigenze tecniche specifiche: il Parlamento Ue ha approvato la scorsa settimana le prime regole comuni per i droni di uso civile, un mercato in grande crescita in tutto il pianeta. La normativa approvata lo scorso 12 Giugno 2018 è figlia dell'accordo raggiunto a fine novembre con il Consiglio Ue e riguarda i droni di peso inferiore ai 150 kg, ossia la grandissima maggioranza di quelli in commercio, e ha l'obiettivo di dettare le prime norme comuni in tutta la Ue, in modo da facilitare il lavoro a fabbricanti, distributori e venditori, e di garantire la sicurezza per consumatori e cittadini. 
Nel quadro della nuova normativa comunitaria, un ruolo centrale viene assegnato alla Commissione Ue, incaricata di definire le esigenze tecniche specifiche. Tra queste indicare quali droni dovranno avere la funzione di limitazione altimetrica, i meccanismi per evitare le collisioni, lo stabilizzatore in volo o l'atterraggio automatico.Agli Stati membri spetterà, invece, creare un sistema di registrazione e di identificazione individuale, una sorta di targa, per quei droni che possono creare dei danni significativi alle persone o che possono presentare un rischio di violazione della privacy o una minaccia per l'ambiente.Secondo i dati della Commissione Ue, i droni civili potranno arrivare a rappresentare da qui al 2050 il 10% del mercato dell'aviazione civile della Ue con un impatto positivo sull'occupazione stimato in 150 mila nuovi posti di lavoro e un giro di affari di 15 miliardi di euro all'anno. 
(fonte: ANSA Europa)

mercoledì 16 maggio 2018

DRONI & PRIVACY: L'IMPATTO DEL NUOVO GDPR SUI SAPR


Il prossimo 25 Maggio 2018 entrerà in vigore del nuovo Regolamento UE 2016/679(1) che prenderà il posto  del Codice Privacy (D.lgs. 196/2003)  sulla protezione dei dati personali, dunque la privacy cambia le regole normative, ma impone anche un cambiamento del modo di concepire questo tema da anni considerato una burocrazia inutile dalle aziende e qualcosa simile a un'utopia dagli utenti, sempre più pervasi da un' infinità di strumenti e tecnologie che invadono la loro sfera privata.
Nel novero dei dispositivi che trattano dati personali fanno parte, senza dubbio, i droni e che sempre più spesso vediamo volare sulle nostre teste. Con il nuovo Regolamento europeo, le aziende che li producono e che li commercializzano avranno l'onere di rispettare una serie di precise regole, tra cui i principi di privacy by design e privacy by deafult. Nel primo caso, la normativa impone ai produttori di considerare il diritto alla protezione dei dati fin dalla fase di progettazione dello strumento che tratterà tali dati, in modo da realizzare un prodotto finale che ne riduca al minimo l’utilizzo. La privacy by default, invece, impone agli utilizzatori dello strumento (in veste di Titolari) di adottare delle “misure tecniche e organizzative” adeguate per garantire che siano trattati solo i dati necessari per la finalità perseguita. Gli aeromobili dovranno infatti essere costruiti e configurati per raccogliere meno dati personali possibile. E anche se i droni sono perlopiù utilizzati per attività hobbystiche nel tempo libero, non c'è affatto da scherzare con la privacy perchè trascurare le prescrizioni delle misure varate da Bruxelles comporterà sanzioni fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato annuo dei trasgressori.Ma se nella società attuale sono generalmente i cittadini le vittime rassegnate di violazioni sistematiche della loro privacy, con l'utilizzo dei droni per scopi ricreativi può essere l'utente stesso che più o meno consapevolmente, e talvolta forse anche per curiosità, può trasformarsi nell'artefice di attività intrusive nella vita privata altrui, rischiando di pagarne poi care le conseguenze.Tra gli elementi di novità del General Data Protection Regulation (GDPR) che impatteranno maggiormente sul comparto dei droni spicca il Data Protection Impact Assessment (DPIA). Si tratta di una particolare valutazione che si inserisce nel più ampio contesto del principio di accountability  trasversale a tutte le disposizioni del Regolamento  e che deve essere effettuata prima dell’inizio del trattamento con l’obiettivo di valutare la probabilità e la gravità del rischio. Gli operatori che vorranno utilizzare i droni per attività professionali o che prevedono comunque il trattamento dati dovranno, quindi, confrontarsi con questo adempimento. Infatti la consulenza sullo svolgimento del DPIA avrà uno spazio centrale tra le attività richieste ad un DPO. La valutazione di impatto sulla protezione dei dati personali (DPIA)(2) è un procedimento in base al quale il titolare del trattamento è chiamato a valutare e gestire i rischi che un determinato trattamento può comportare per i diritti e le libertà dei soggetti interessati. L'ipotesi generale riguarda i trattamenti che, prevedono in particolare l'uso di nuove tecnologie, possono presentare un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone fisiche, considerando in particolare, la natura, l'oggetto, e le finalità del trattamento. L’art.35 del Regolamento indica il contenuto minimo del DPIA, ovvero: una descrizione sistematica del trattamento e delle finalità del trattamento stesso, una valutazione della necessità e proporzionalità del trattamento in relazione alle finalità ed una valutazione dei rischi per i diritti e le libertà degli interessati, oltre che una descrizione delle misure di sicurezza applicate. Questa “overview” consente di avere tutte le informazioni utili per mitigare il rischio ed assicurare la conformità del trattamento in riferimento a quanto previsto dagli obblighi normativi. Trattandosi di un documento dinamico, tale valutazione dovrà essere continuamente aggiornata rispetto alle evoluzioni ed alle modifiche attuate nel tempo. Il regolamento chiarisce che l'utilizzo di una nuova tecnologia, definito in "conformità con il grado di conoscenza tecnologica raggiunto", può comportare l'obbligo di condurre una DPIA, in quanto il ricorso ad una nuova tecnologia può generare conseguenze sul piano individuale e sociale o talora ignote. La DPIA per tanto aiuterà a comprendere e gestire tali rischi. Esistono poi dei casi speciali invece, in cui è sempre richiesto un DPIA e sono:
a. Il titolare svolge una valutazione sistematica e globale di aspetti personali relativi a persone fisiche, basata su un trattamento automatizzato, compresa la profilazione, e sulla quale si fondano decisioni che hanno effetti giuridici o incidono in modo analogo significatamente su dette persone fisiche;
b. Il titolare tratta su larga scala categorie particolari di dati personali (c.d. dati sensibili) o di dati relativi a condanne penali e a reati;
c.  Il titolare effettua una sorveglianza sistematica su larga scala di una zona accessibile al pubblico;     
Il Garante Italiano per la protezione dei dati personali fornisce invece una serie di consigli per far sì che l'utilizzo dei droni a fini ricreativi rispetti la normativa in materia di privacy che di seguito sono elencati(3):
1. Seguire sempre le regole previste dall'ENAC : Usare i Droni per scopo ricreativo è lecito e divertente ma occorre sempre rispettare la privacy degli altri è consigliabile seguire le regole previste dall'ENAC che è l'ente regolatore in Italia per far volare i Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR) si possono trovare consultando il sito www.enac.gov.it.
2. Fare attenzione alle riprese: Se ad esempio si fa volare a fini ricreativi un drone munito di fotocamera in un luogo pubblico (es parchi, strade, spiagge) è meglio evitare di invadere gli spazi personali e l'intimità delle persone. Infatti la diffusione di riprese realizzate con il drone sul web, social media, in chat etc. può avvenire solo con il consenso dei soggetti ripresi, fatti salvo particolari usi connessi alla libera manifestazione del pensiero, come ad esempio ai fini giornalistici. Negli altri casi, quando è eccessivamente difficile raccogliere il consenso degli interessati, è possibile diffondere le immagini SOLO sei i soggetti interessati non sono riconoscibili, o perchè ripresi da lontano, o perchè si sono utilizzati appositi software per oscurare i loro volti. Occorre poi evitare di riprendere e diffondere le immagini che contengono dati personali come targhe di auto e moto, indirizzi di casa etc.
Le riprese che violano gli spazi privati altrui (es. casa, giardino domestico etc.) sono invece SEMPRE da evitare, anche perchè si potrebbero violare le norme previste dal codice penale.
3. Rispetta gli altri: La presenza di un drone che effettua riprese nelle vicinanze può dare la sensazione di essere osservati inducendo disagio e influenzando il normale comportamento delle persone. E quindi buona regola usare questi strumenti senza invadere la sfera personale altrui, magari comunicando anche preventivamente le proprie intenzioni. Ad esempio se si vuol far volare un drone per riprendere una festa nel proprio giardino di casa, sarebbe bene prima avvisare i vicini che hanno il diritto di non essere anche solo inavvertitamente ripresi nel loro privato.
Un altra buona pratica da seguire è quella di fare in modo che il pilota del drone sia sempre ben visibile, così da non suscitare sospetti o allarme negli altri.
4. Non diventare un orecchio indiscreto: Non si possono usare i droni per captare le conversazioni altrui. Eventuali frammenti di conversazione registrati in modo accidentali possono essere utilizzati ad esempio per pubblicare un video online solo se non rendono riconoscibile il contesto, cioè il contenuto dei discorsi e le persone coinvolte.
5. A prova di privacy: In base a quanto previsto dal nuovo Regolamento Europeo (GDPR) in materia di protezione dei dati personali (Regolamento UE 2016/679), i Droni come tutti i dispositivi elettronici, devono rispettare i principi di privacy by design e privacy by default. Cioè devono essere configurati per raccogliere meno dati sensibili possibili.
6. Come tutelare la tua privacy: Se è possibile individuare il pilota del drone, si possono chiedere a lui informazioni su come intende utilizzare le riprese ed eventualmente negare il consenso al trattamento dei dati raccolti, specie se sono previste forme di diffusione delle immagini. E nel caso si ritenesse di essere stati vittime di violazioni della propria privacy, ci si può rivolgere al Garante della protezione dei dati personali o in alternativa all'Autorità Giudiziaria.         
 Per quanto possa sembrare arduo e fastidioso sottostare a tutte le prescrizioni implicate, non bisogna dimenticare che questa è una sfida che tutti siamo chiamati ad affrontare, sia che siamo imprenditori che privati cittadini, perchè quella sulla privacy è una normativa che tutela un diritto fondamentale e le libertà dell'individuo.
L’introduzione del Nuovo Regolamento Europeo sulla Data Protection, nonostante la continuità con la precedente normativa Codice Privacy (D.lgs. 196/2003)  , porterà dei sostanziali cambiamenti in tutta la filiera dei droni. Pertanto tutti gli operatori che lavorano all’interno di questa filiera specie se professionisti dovranno prendere necessariamente confidenza con concetti come la privacy by design e by default e il Data Protection Impact Assessment.
Ing. Aurelio Amedeo Longo 
Commissione ICT Ordine Ingegneri Cosenza, Pilota ed Esperto SAPR


Bibliografia e Sitografia 
(1) www.federprivacy.it
(2) Manuale per il trattamento dei dati personali Giovanni ComandèGianclaudio Malgieri - Sole 24 Ore
(3) www.enac.gov.it


venerdì 10 febbraio 2017

È calabrese la miglior ricerca italiana sull'Intelligenza Artificiale: Premiate a Genova le ricerche del gruppo guidato dal prof. Nicola Leone dell'Unical

È calabrese la miglior ricerca italiana sull'Intelligenza Artificiale
Premiate a Genova le ricerche del gruppo guidato dal prof. Nicola Leone dell'Unical
La quindicesima edizione della International Conference of the Italian Association for Artificial Intelligence (AI*IA 2016), la più importante conferenza italiana nel campo dell'Intelligenza Artificiale, si è svolta in questi giorni a Genova e ha premiato Francesco Calimeri, Davide Fuscà, Simona Perri e Jessica Zangari, del Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università della Calabria, con il Best Paper Award (letteralmente, "Premio al Miglior Articolo") per la ricerca intitolata I-DLV: the new Intelligent Grounder of DLV.
I quattro premiati appartengono al gruppo di ricerca in Intelligenza Artificiale guidato dal prof. Nicola Leone, direttore del Dipartimento di Matematica e Informatica. In particolare, Francesco Calimeri e Simona Perri sono professori associati di Informatica, mentre i giovanissimi Davide Fuscà e Jessica Zangari seguono il Dottorato di Ricerca in Matematica e Informatica coordinato dallo stesso Nicola Leone.
Una commissione scientifica, formata da esperti italiani di Intelligenza Artificiale, ha stabilito che l'articolo del gruppo di Leone è il miglior contributo dell'anno, fra più di 60 ricerche scientifiche provenienti da Università e Istituti di Ricerca di tutta la nazione.
L'articolo descrive l'ideazione, la progettazione e lo sviluppo di I-DLV, una nuova versione del modulo di istanziazione di DLV, il sistema di Intelligenza Artificiale realizzato dal gruppo del prof. Leone e utilizzato in Università e Centri di Ricerca di tutto il mondo, la cui versione industriale viene oggi distribuita da un innovativo spin-off dell'Università della Calabria - DLVSYSTEM s.r.l. (www.dlvsystem.com). Calimeri, Fuscà, Perri e Zangari illustrano nell'articolo i nuovi meccanismi e le tecniche di ottimizzazione da loro ideate e implementate in I-DLV. Inoltre, gli autori ne certificano la qualità con una vasta sperimentazione la quale dimostra che I-DLV, non solo migliora la "performance" del precedente istanziatore di DLV, ma supera i migliori sistemi al mondo del settore risolvendo un maggior numero dei complessi problemi di AI oggetto della sperimentazione.
Il premio ottenuto da Calimeri, Fuscà, Perri e Zangari conferma e rafforza la leadership internazionale raggiunta dal gruppo di ricerca del prof. Leone in questo settore dell'Intelligenza Artificiale, aggiungendosi ai numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali già ricevuti dal team di Leone del Dipartimento di Matematica e Informatica. A livello nazionale ricordiamo i premi per le migliori tesi di Italia in AI di Mario Alviano (2008), Carmine Dodaro (2012) e Annamaria Bria (2013), e il Premio Somalvico per il miglior giovane ricercatore in AI a Gianluigi Greco (2009). A livello internazionale invece spiccano il prestigioso Mendelzon Test-Of-Time Award assegnato Nicola Leone insieme a Francesco Scarcello (New York, USA, 2009), la miglior dissertazione dottorale europea in AI di Mario Alviano (2012), il Kurt Goedel Research Prize a Gianluigi Greco (Vienna, Austria, 2014), il Best Paper Award a Mario Alviano e Nicola Leone alla conferenza mondiale di Programmazione Logica ICLP (Cork, Irlanda, 2015) e la ECCAI Fellowship al prof. Leone (Toulouse, Francia, 2012). Nonchè, solo due mesi fà, il Best Paper Award conferito a Mario Alviano e Carmine Dodaro alla conferenza ICLP (New York, USA, Ottobre 2016), e il Gems of PODS a Gianluigi Greco, Nicola Leone e Francesco Scarcello (San Francisco, USA, Giugno 2016).

La cerimonia di conferimento ufficiale del premio si è svolta a Genova nella splendida cornice del Salone Nobile di Villa Cambiaso-Giustiniani al termine della conferenza AI*IA 2016, che ha assegnato alla ricerca dei quattro calabresi anche l'onore della relazione di chiusura, che ha tenuto il giovane dottorando Davide Fuscà. (fonte www.unical.it)